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Visualizzazione dei post da 2014

FUGA

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Si spostava veloce sulla striscia di grigio che scorreva negli occhi, interrotta da brevi, sfuggenti colori. Ai lati spiavano oggetti sfumati, ansiosi di sciogliersi e perdersi in quel mondo lontano e passato. Era saldo il volante tra le dita contratte, il piede sicuro nel tenace calcare, gli occhi precisi a valutare distanze. Si spostava veloce sulla striscia di grigio, ai lati spiavano oggetti sfumati, ansiosi di perdersi tra ciò che aveva lasciato. Era giallo, era rosso, era bianco, eran ruote e metallo, gusci d’altre esperienze, altri incerti cercare, altri vani scavare. Avanzava e lasciava alle spalle ogni altro fuggire. Inciampava la sera tra nubi e saette, il vento oscillava nei rami, negli alberi curvi e nei pochi cartocci dispersi. Negli occhi quel grigio, e altri grigi nei persi sorrisi, nei muti pensieri lasciati a sperare. Era rosso, era giallo, era bianco, eran ruote e metallo, gusci d’altre esperienze, altri vani cercare, altri incerti

SOSPESO

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Sospeso come un battito d'ali, come un gesto indeciso, come un lento intrecciarsi di nebbie al tepore del sole. Sospeso questo tempo che non sa districare le attese, le rende più grevi, infinite, penose. l.g. 3/08/ì14

VIVI

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VIVI Siamo vivi nella mano che tendiamo all'incerto, nelle orme di buio che tracciamo, nella vaga trasparenza di vento che a volte inseguiamo... luisa gavazza 06062014

GABBIA

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Gabbia dalle linee dorate tenaci intricate. Chiude avviluppa inganna impedisce. Offusca acceca inibisce. Soffoca toglie smarrisce. l.g.  

Alfredo Jaar. Abbiamo amato tanto la rivoluzione

Alfredo Jaar. Abbiamo amato tanto la rivoluzione   Per la Fondazione Merz Alfredo Jaar ha ideato un nuovo progetto giocato sul concetto di riflesso e di riflessione che, nel solco del suo interesse per la relazione tra cultura e vita democratica, interroga il senso della memoria e dell’impegno politico degli anni Sessanta e Settanta, non per commemorare, ma per tornare a promuovere la cultura come fattore di cambiamento. - Fino al 2 Febbraio 2014 Intervista ad Alfredo Jaar TORINO - "Abbiamo amato tanto la rivoluzione " dice una scritta al neon nell'enorme sala della Fondazione Merz e la frase si riflette sullo spesso tappeto di vetro frantumato che copre l'intero pavimento: 150 tonnellate di schegge, per la precisione. Il visitatore le sente scricchiolare sotto i piedi come una presenza inquietante. Sta camminando sul suo passato, sui sogni infranti di una generazione che voleva cambiare il mondo. Quanto rimpianto, quanta nostalgia. "Sì -