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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

La casa sulla collina

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La mia nonna paterna viveva nell’astigiano, in una vecchia casa sulla collina, l’ultima, dove la strada finiva. Abitava in quattro stanze, due al piano terreno e due ricavate dal fienile, unite da una stretta e ripidissima scala che a salirla toglieva il fiato e a scenderla si rischiava l’osso del collo. Nella cascina vivevano anche tre famiglie di contadini. Una di queste mi è rimasta impressa nella memoria perché viveva in condizioni di arretratezza; non avendo sufficienti mezzi di sussistenza allevavano colombi per nutrirsene ed avevano anche convinto uno zio dalle carenti capacità cerebrali che la parte migliore del formaggio è la crosta. Non avevano apportato modifiche alla casa originale e la cucina era un vero e proprio antro oscuro, cui si accedeva scendendo due scalini di pietra; al centro del locale c’era la stufa a legna e in un angolo una panca su cui c’era sempre qualcuno che dormiva. L’odore di fumo e sporcizia ed il sorriso sdentato che ci accoglieva sul viso

LE TUE MANI

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LE TUE MANI Ti ho afferrato le mani ferite e deluse, le ho sentite indecise tra un fremito e il nulla. Ne ho colto ogni ruga d'intenso dolore, ne ho percepito il vuoto torpore. Le ho guardate, ascoltate, capite, eran fragili e inquiete le ho trattenute. Le ho viste tremare, riemergere piano, aprirsi per stringere ancora la luce, trovar della vita il pulsare, riascoltarne il sussurro, il fluire, il vibrare. luisa gavazza